La formula della felicità

Esiste una formula per la felicità?

L’interesse per la felicità è antico come l’uomo. Anche in un periodo di crisi ed incertezza come quello che stiamo vivendo, le persone sentono il bisogno di dedicarsi alla propria felicità. Lo dimostrano il fiorire di pubblicazioni, filosofie e movimenti che promettono di svelare la formula della felicità indicando soluzioni e rimedi per realizzare uno stato di soddisfazione duraturo, realizzare i propri sogni ed essere sereni.

Ma cos’è la felicità, e come è possibile raggiungerla? Probabilmente ognuno può dare una risposta diversa… ma saperlo ci aiuta a dirigere la nostra attenzione nella giusta direzione.

 


Vi siete mai chiesti da cosa deriva la vostra felicità?

Cosa ci permette di sostenere di essere o meno felici? Possiamo stilare una lista di quello che desideriamo…. Quando l’avremo realizzato allora saremo felici? Molto spesso siamo convinti che quando avremmo ottenuto ciò che vogliamo – l’auto nuova, il lavoro desiderato, il partner ideale – allora ci sentiremo realmente felici.

Eppure quando abbiamo raggiunto i nostri obiettivi spesso la gioia che ne deriva presto svanisce, e quel che prima desideravamo tanto ora non ci dà più molta soddisfazione e cade in secondo piano.

Si tratta il principio dell’adattamento edonistico, il meccanismo per cui una volta verificatosi l’evento tanto atteso, dopo un breve periodo di euforia, il nostro livello di felicità tornerà rapidamente al livello precedente.

In un certo senso siamo assuefatti al piacere procurato, e per mantenere lo stesso livello di soddisfazione dobbiamo ricercare continuamente altre e più intense fonti di piacere.

Spesso si inseguono i soldi, il benessere, la fama, il successo, il potere ritenendo che il loro raggiungimento dia la sensazione di felicità. In realtà questo atteggiamento, in contrasto con lo stato di felicità, crea ansia, perché costringe ad inseguire sempre un nuovo traguardo. Questa corsa ci rende schiavi di ciò che desideriamo, e se si è schiavi non si può essere felici: solo la libertà ci fa vedere il presente e ci fa gioire di quello che ci circonda.
Le persone tendono a considerare la felicità esclusivamente come un’emozione, di carattere estremamente positivo, associata ad alcuni momenti della vita.

Martin Seligman, il fondatore della Psicologia Positiva, propone la sua “formula della felicità”: H = S + C + V.

  •  “H”  – Happiness – è il livello permanente di felicità
  •  “S” – Set range - la sua quota fissa
  • “C” le circostanze della vita
  •  “V” i fattori che dipendono dal nostro controllo volontario.

Poiché la nostra quota fissa di felicità è legata a fattori genetici, e agire sulle circostanze esterne è estremamente dispendioso e poco utile dal punto di vista dell’impatto sulla nostra felicità, se vogliamo essere veramente felici in modo stabile dobbiamo agire sui fattori su cui abbiamo maggior controllo: i nostri atteggiamenti.

Essere felici, dunque, dipende in buona parte da noi… “La felicità non si trova, si crea. La felicità non dipende da ciò che ci manca, ma dal modo in cui ci serviamo di ciò che possediamo.”(Arnaud Desjardins).

Questa potrebbe essere veramente una buona notizia… ma in che modo si può realizzare? Qual è la formula concreta della felicità?

  1. Diamoci degli scopi nella nostra vita. Secondo Selingman, l’unico modo per trovare una felicità vera e duratura è quello di individuare i nostri punti di forza, le nostre abilità, e far leva su di esse per raggiungere obiettivi ambiziosi. Dobbiamo imparare a potenziare i nostri punti di forza e a metterli in campo, giorno dopo giorno, nella nostra vita: la famiglia, il lavoro e la nostra vita di relazione.
  2. Impariamo a vivere nel flusso. La felicità si costruisce a partire dalle esperienze gratificanti e stimolanti, che ci permettono di essere nel “flusso” e vivere completamente immersi in quello che stiamo facendo, senza percepire il passare del tempo o la fatica.
  3. Dedichiamo del tempo ai piccoli piaceri della vita. Non aspettiamo di raggiungere tutti gli obiettivi per essere felici: possiamo averla ogni giorno, preoccupandoci di realizzare ciò che può renderci felici in questo momento. Dirsi “non ho tempo, è impossibile” significa scegliere di abdicare, non esercitare un potere sulla nostra vita.
  4. Coltiviamo l’ottimismo. La felicità è legata ad una visione ottimistica delle cose che ci accadono. Ma come possiamo imparare ad essere ottimisti? Certo non è possibile scegliere ciò che sentiamo, ma possiamo scegliere il modo in cui pensiamo e consideriamo gli eventi… iniziando dal linguaggio.

Vi propongo un piccolo esperimento: proviamo a pensare ad un evento negativo, e poi a ripensarlo in altri termini, sostituendo parole come ostacolo, fallimento, crisi, con parole come sfida, risultato negativo, cambiamento o scelta.

Ora fatevi delle domande: notate delle differenze rispetto al significato che può avere quello stesso evento, riuscite a cogliere soluzioni e occasioni che prima non riuscivate a vedere? Provate emozioni diverse verso voi stessi e gli altri?

Essere felici è una scelta, ed un impegno quotidiano, imparando a sviluppare uno sguardo differente sulla vita.

Qualcuno potrebbe dire che in fondo é come raccontarsi una bella favola. Ma in fondo noi ci raccontiamo sempre delle storie su quello che ci accade. Il punto è quale delle possibili versioni è più utile e ci aiuta e sviluppare le capacità per affrontare ostacoli e difficoltà: dirsi “posso essere felice solo se…” oppure essere grati di “essere felici ora perché…”

 

Articolo pubblicato su Benessere4u.it 


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